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Redazione

SELECTED TALENT: LIBRIBIANCHI.

by Giorgia Argentieri


Anche un libro bianco può raccontare una storia. Ne sono l’esempio Simona Vanzetto e Lorenzo Perrone che con il loro progetto artistico LibriBianchi sanciscono con forza il binomio libro/cultura come sinonimo di civiltà.



Nel 2006, tra Simona e Lorenzo nasce un profondo sodalizio di vita e di ricerca artistica nel campo della scultura di libri, ricerca che prosegue fino ad oggi e nella quale ambedue riversano il loro bagaglio personale di creatività e passioni per sviluppare insieme il progetto artistico. Il duo interviene su veri e propri libri con acqua, colla e gesso, creando la materia prima su cui intervengono con diversi materiali, di netto contrasto con il bianco. Il risultato sorprendente vedrà il libro rigenerato diventare opera d’arte rivelando il concetto di archetipo, simbolo di Cultura e Sapere. Il duo LibriBianchi – apprezzato ed esposto in numerose gallerie d'arte e Istituzioni in Italia e all’estero – parteciperà alla Milano Design Week 2021 in Alpha District, dove ci guideranno in una profonda riflessione attraverso le “mute” pagine di un libro bianco.


Cos'è per voi il design?

Se cerchiamo sul vocabolario la parola “Design” è spiegato così: “ideazione e progettazione di oggetti d’uso da prodursi in serie dall’industria, secondo forme esteticamente valide in rapporto alla funzionalità dell’oggetto’’.

Se prendiamo per buona questa definizione, dobbiamo ammettere che non ci occupiamo di Design perché non ideiamo e non progettiamo oggetti di uso comune da prodursi in serie dall’industria. Le opere alle quali diamo vita, utilizzando dei libri veri destinati al macero – sono tutte opere uniche – non fatte in serie, non hanno nessuna funzionalità se non quella di cercare di comunicare e esprimere un’emozione, un messaggio, un concetto, attraverso la nostra espressione creativa sulla materia prima “libro”.



Come avviene il vostro processo creativo?

Come abbiamo detto, i LibriBianchi per noi sono l’espressione di una ricerca artistica che si sviluppa da oltre vent’anni e che esplora il mondo dei libri e sancisce con forza il binomio libro/cultura come sinonimo di civiltà. Usiamo libri veri, dei quali non cancelliamo il testo scritto dall’autore, ma lo celiamo con una coltre bianca, usando gesso, colla e vernice acrilica, ottenendo così una materia prima sulla quale interveniamo con vari materiali apparentemente estranei come filo spinato, vetro, sassi, legni, etc. Si opera così uno spostamento della percezione dalla dimensione semantica a quella simbolica: il volume viene plasmato e traslato verso un accentuato simbolismo che lo trasforma in scultura. Alla fine, coperto di bianco, ogni libro diventa un Archetipo, simbolo di Cultura e Sapere e urla in silenzio per essere letto altrimenti. Dal 2015 abbiamo allargato la nostra produzione a grandi installazioni e al bronzo, per avvicinare il libro ad una vivibilità infinita. Siamo molto sensibili alle problematiche contemporanee, la nostra ricerca si evolve verso tematiche sociali e ambientali.


Cosa vi ispira?

Siamo ispirati da tutto quello che ci dà delle emozioni forti sia positive che negative, da tutto ciò che ci meraviglia e sentiamo il bisogno di condividere, che ci fa riflettere, ci fa crescere, che ci spinge al confronto con l’Altro, inteso come diverso da noi.



Tra i vostri progetti passati, qual è il vostro preferito? E perché?

Il nostro preferito è “Il sapere si alimenta di vuoti”. È una scultura che parla di come la vera conoscenza non è altro che la consapevolezza delle nostre lacune (rappresentate dalla parte interna, il vuoto dentro al cerchio di libri). È il desiderio di colmare in noi questa carenza di sapere, di coscienza, attraverso la lettura, lo studio, la cultura, qui rappresentata dai libri che disegnano il perimetro dello spazio vuoto.


Come definite il vostro stile?

Il nostro stile lo definiremmo uno stile molto riconoscibile: sempre e solo libri e necessariamente BIANCHI!


Come immaginate il design del futuro?

Il design dovrebbe aiutarci a vivere meglio. Attraverso il funzionale dovrebbe facilitarci nella nostra quotidianità mettendoci in contatto con il bello e con l’essenziale. Ma purtroppo noi non siamo così certi che ci sarà un futuro... se l’umanità tutta non prenderà coscienza del disastro compiuto ai danni del pianeta sul quale abitiamo, ai danni degli animali e di tutti gli esseri viventi, se non si smette di produrre così tanta plastica, così tanti oggetti inutili, se non smettiamo di usare le risorse di questa terra come se non avessero fine, forse il futuro non lo vedremo mai e quindi anche il Design non avrà più senso.


Ph credits: LibriBianchi


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