By Alessandro Pennesi
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Questa è la storia di progetto che ha visto realtà appartenenti al mondo del design e dell’architettura cooperare nell’ottenimento di un progetto prima, e di un allestimento poi, che ha avuto un approccio interessante ai materiali.
Ph. Nicola Colella
Park Associati, studio milanese che si occupa di progettazione architettonica, urbanistica, landscape, interior design e product design, durante la scorsa Milano Design Week ha invitato, supervisionato e ospitato presso Park Hub – il proprio spazio flessibile in cui ospitare una programmazione di mostre, eventi e talks – il progetto realizzato da CARA \ DAVIDE: studio multidisciplinare con base a Milano il cui lavoro è caratterizzato da un costante processo di ricerca materiali, attenzione agli aspetti culturali e percettivi delle forme.
La mostra Estetiche Sommerse - Unveiling hidden beauty, ha visto un insieme di due opere sperimentali che è stato elaborato grazie alla collaborazione di Fantini Mosaici, azienda che da oltre un secolo crea spazi interni ed esterni unici ed eseguiti a mano, utilizzando mosaico, seminato alla veneziana, acciottolato e marmo.
Le opere esposte - una pavimentazione e una collezione di tavolini e sedute - indicano l’interesse dei designer per i dettagli che nascono da necessità tecniche e che vengono osservati senza pregiudizi estetici. Così degli oggetti che passano inosservati perché non riconducibili a nessun canone estetico predefinito, nascosti o andati perduti in quanto la loro esistenza viene ridotta solo ad un valore tecnico e funzionale - come delle schede elettroniche scartate e accatastate nel retro di un capannone e una serie di materozze finite nel cestino di un atelier - sono stati impiegati dai CARA \ DAVIDE al fine di far emergere una visione imparziale sulle estetiche sommerse del nostro tempo.
Ph. Nicola Colella
Un Terrazzo Elettronico
Fin dai tempi della Magna Grecia, scarti di cocci e vasi rotti venivano utilizzati per la creazione di una pavimentazione che oggi definiremmo alla veneziana, spesso utilizzata per la realizzazione di terrazzi. Con l’utilizzo di una miscela di due componenti, un legante e un aggregato, è possibile raggiungere infinite possibilità estetiche.
Nella società di oggi, gli scarti degli oggetti più comuni non derivano solo da vasi, piatti o brocche, ma anche da ciò che sempre più circonda la nostra esistenza: i prodotti elettronici. Sostituendo gli aggregati della pavimentazione con scarti di chip e schede elettroniche, è così che i CARA \ DAVIDE si sono immaginati un terrazzo contemporaneo.
Ph. Nicola Colella
Una Collezione Materozza
Da sempre utilizzata nei processi di fonderia, la materozza è un serbatoio di metallo liquido che viene poi scartato nella fase di finitura della fusione. Durante il raffreddamento del getto, il metallo si ritira e la materozza compensa a poco a poco tutti i ritiri che si formano naturalmente nel pezzo. Una volta terminata la solidificazione, essa viene segata e riutilizzata per altre fusioni.
La fascinazione per la sua forma ad imbuto porta i CARA \ DAVIDE a riflettere sul potenziale estetico che questo oggetto di scarto potrebbe assumere oggi. Da questo cambio di prospettiva nasce una collezione di tavolini e sedute.
Alcune forme possiedono un magnetismo particolare, tanto che basta un solo sguardo per imprimerle nella mente. Le schede elettroniche e le materozze vengono recuperate dai CARA \ DAVIDE come reperti archeologici di una storia artigianale che sembra aver avuto fino ad ora un solo punto di vista: quello funzionale separato da quello estetico. I prodotti risultato di lavorazioni considerate fallate per alcuni standard tecnici – vedi le schede utilizzate nel terrazzo elettronico – oppure quelli considerati solo come funzionali ad un processo che ha come scopo la realizzazione di altri prodotti – vedi le materozze – sono comunemente riconosciuti come scarti di produzione industriale o artigianale. Una categorizzazione dettata da un solo punto di vista che i CARA \ DAVIDE hanno messo da parte, con il fine di far emergere una visione imparziale sulle estetiche sommerse del nostro tempo.
Ph. Nicola Colella
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